Che fine hanno fatto l’abbraccio, il bacio, la carezza, la stretta di mano, il solletico? E tutta quella gestualità intima, così tipica, stabile, perfino scontata, su cui la grammatica dell’interazione sociale e affettiva si fonda da sempre?

Dall’isolamento, dall’interno delle abitazioni in cui si consuma il tempo sospeso, ogni azione che implica il contatto fisico è ridisegnata secondo le regole del distanziamento sociale; giorni di prova, di tentativi, di espedienti tesi a scongiurare la fragilità che Blaise Pascal definiva la madre di tutti i problemi umani: il non saper stare soli in una stanza; giorni di resistenza, di movimento invisibile che fluisce in direzione contraria al galoppo del contagio, giorni in cui il pensiero si fa solido, denso, incarnato; giorni da incidere nella memoria. E sulle pagine.

Ventitré autori, uno sguardo corale. Testimonianza di unione che si fa strumento catartico, rituale semiserio di sopravvivenza.

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