Come una grande famiglia è una radiocommedia scritta nel 1966 da Luciano Bianciardi ed Enrico Vaime, il cui copione è stato recentemente trovato da Nicola Turi e Rodolfo Sacchettini. Ripubblicato da ExCogita sotto la supervisione di Lucia Matergi e con le note di Federica Albani, il testo offre un’inedita prospettiva sull’attività letteraria dello scrittore grossetano.

Grazie all’ufficio stampa della Fondazione Luciano Bianciardi, hanno parlato del nostro volume diverse testate locali e nazionali.

Ritrovato un testo di Luciano Bianciardi finora rimasto ‘nascosto’. E’ il copione del radiodramma Come una grande famiglia, scritto con Enrico Vaime nel 1965 e andato in onda per la prima volta il 18 gennaio 1966 sulla Rai, tra gli interpreti Franca Valeri e Tino Scotti, regia di Filippo Crivelli. Il copione è stato ritrovato proprio nell’anno, il 2022, del centenario della nascita dello scrittore grossetano ed è stato appena pubblicato dalla casa editrice ExCogita nella collana dei ‘Quaderni della Fondazione Bianciardi’ grazie al contributo del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario di Bianciardi e della Fondazione Bianciardi di Grosseto. I curatori del volume sono Lucia Matergi, direttrice scientifica della Fondazione Bianciardi; Rodolfo Sacchettini e Nicola Turi, docenti dell’Ateneo di Firenze e Federica Albani, studiosa e redattrice di ExCogita.

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Si è arrivati a questo inedito attraverso due strade, da una parte l’indagine che gli studiosi Sacchettini e Turi hanno svolto nell’ambito del loro progetto sui radiodrammi all’interno degli archivi Rai, e dall’altra parte la ricerca che la Fondazione Bianciardi stava conducendo in parallelo sullo stesso tema. “Il testo del radiodramma – spiega Lucia Matergi – è rimasto a lungo sommerso tra le varie cartelle contenenti parti significative dell’epistolario di Bianciardi, al cui interno c’è anche la corrispondenza fra l’autore grossetano e Enrico Vaime. Tra le lettere figura un dattiloscritto in fotocopia di notevole lunghezza: il suo titolo è Come una grande famiglia.”

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Per la Rai, che pure spesso criticò senza riguardi, Bianciardi si trovò anche a scrivere un radiodramma, a doppia firma con Enrico Vaime. Andò in onda nel 1965, si intitolava Come una grande famiglia (da poco recuperato, ora è su Rai Play Sound) e racconta di un giovane aspirante giornalista che arriva a Milano nel grande quotidiano e, manco a dirlo, viene licenziato ancora prima d’essere assunto. Così era Bianciardi, con o senza tv: aspro e beffardo.

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Il protagonista è Gianrico Francalancia, uno dei tanti alter ego bianciardiani. Il giovane lascia la provincia padana per raggiungere in treno Milano, dove poter fare il giornalista, proprio come suo padre, al quotidiano La Sera. Ma qui, dopo qualche lezione approssimativa di giornalismo, descritta con grande sarcasmo, si prospetta un taglio del personale. Il primo a essere fatto fuori è proprio lui che non aveva nemmeno un contratto. Un’esperienza che gli insegnerà a far mettere nero su bianco promesse e strette di mano. Francalancia, dopo una serie di avventure rocambolesche, riuscirà, con l’aiuto del caso, a ribaltare la sua situazione. Lo sguardo sociologico di Bianciardi affronta la crisi dopo il boom economico e dipinge un mondo dove ogni gesto in fondo è pubblicità.

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Anche Il Tirreno parla dell’inedito ritrovato: