Sulla testata online 2duerighe, l’intervista di Lorenzo Bruno a Luciana Bianciardi: un approfondimento sul volume Imputati tutti. “La solita zuppa”: Luciano Bianciardi a processo e sul lavoro della casa editrice ExCogita in occasione del centenario della nascita dell’autore celebrato nel 2022, ma non solo.

Figlia di Luciano Bianciardi, Luciana nel 1999 fonda la casa editrice ExCogita a dimostrazione che quando si dice che la mela non cade molto lontana dall’albero qualcosa di vero c’è. Nel 2022 ExCogita ci ripropone un testo che fece scandalo nel 1965 “La solita zuppa” curato da Federica Albani e dalla stessa Luciana Bianciardi con la quale abbiamo scambiato due chiacchiere.

Ciao Luciana, ti ringraziamo da subito per la possibilità di quest’intervista; partiamo dal libro “Imputati tutti. «La solita zuppa»: Luciano Bianciardi a processo”, come nasce l’idea di questa pubblicazione?

Be’, il tema della censura è oggi più che mai un tema scottante. Abbiamo quindi pensato di riprendere questo racconto del 1965 e ripubblicarlo integralmente, perché dopo la condanna per vilipendio della religione di Stato l’editore fu costretto a tagliare il brano che aveva scatenato la denuncia. Poi, andando a leggere gli atti del processo che il racconto subì (e che videro imputati, oltre a mio padre e all’editore, che era Massimo Pini della Sugar, anche il tipografo), ci siam accorti che gli atti erano, oltre che molto divertenti, anche illuminanti della morale vigente in quegli anni. Quindi ci siamo chiesti se accanto al racconto non fosse importante anche la trascrizione del processo stesso, o perlomeno di alcuni passaggi di esso.

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